Guerrilla Marketing e Viral Marketing: tra Popolarità e Credibilità del Brand

Artigiano del Marketing

Guerrilla Marketing e Viral Marketing: tra Popolarità e Credibilità del Brand

Indice

Hai mai sentito parlare di Guerrilla Marketing e Viral Marketing? Conosci la differenza? Si tratta di temi estremamente attuali nel Marketing e, per questo, ti assicuro che con l’articolo avrai chiaro l’argomento.

Affronteremo differenze, peculiarità e impatto sull’immagine della tua azienda, aspetto da non sottovalutare.

Rispondiamo ad una prima domanda: perchè esplodono le correnti del Guerrilla Marketing e del Marketing Virale? Ti sei fatto un’idea?

La nascita di nuovi modi di fare comunicazione e promozione deriva dall’eccessiva quantità di contenuti che rende quasi impossibile riuscire a distinguersi sul mercato. Da qui, la ricerca del ‘troppo’, dell’osare qualcosa in più.

Unica realtà assoluta: la comunicazione istituzionale non funziona più!

Guerrilla Marketing e Viral Marketing: cosa sono

Prima ti ho chiesto cosa ne pensassi, ma probabilmente dovrei cominciare da cosa sono e quale sia la differenza tra Guerrilla Marketing e Viral Marketing.

Innanzitutto, vediamo cosa le accomuna e, dunque, perchè vengano associate.

Si tratta di due tecniche che si riconducono a strategie di comunicazione a basso costo, ma differenti tra loro come concetto, funzionalità pratica e rischi/difficoltà.

In comune hanno i principi operativi basilari: i contenuti devono essere originali, strappare un sorriso e non essere percepiti come un’azione con evidente intento commerciale.

Il Viral Marketing lo conosciamo tutti, fortuna delle più celebri pagine trash presenti online, ha una sua definizione. Per Viral Marketing si intende l’insieme di attività che favoriscono la diffusione, appunto virale, di un contenuto – tramite passaparola digitale e non -.

I Meme, tendenze di un certo momento storico già esistenti prima dell’avvento di Internet, sono un caso pratico. Così come molte Fake News, spacciate per vere, e ancora balletti tipici e le note #challenge che transitano sui Social Media.

Il concetto di fondo del Viral Marketing è, dunque, la condivisione. Più il contenuto è accessibile più sarà possibile accentuare la sua diffusione.

Sono contento di ritornare su questo contenuto a distanza di due anni e mezzo e avere un quadro così chiaro della situazione. L’accessibilità è oggi, alle porte del 2022, l’elemento cardine per fare breccia nel consumatore.

Sul virale hai qualche esempio? Una pandemia e due anni dopo, mi verrebbe da dire la Signora di Mondello. Magari ne parliamo dopo.

Concetto di fondo differente è quello del Guerrilla Marketing che, a parte il tema dell’originalità e del budget a basso costo, ha ben poche attinenze con la viralità.

Infatti, azioni di Guerrilla Marketing si collocano in spazi completamente diversi dalle principali piattaforme di Advertising sfruttando le basse difese, sul momento, del consumatore.

Si tratta di azioni sorprendenti, impattanti e dalla facile interpretazione. Ti invito a leggere questo articolo della Repubblica che ne racconta un caso pratico.

In sintesi, per Guerrilla Marketing e Viral Marketing, ci rivolgiamo a due metodi di rottura di comunicazione, nell’epoca moderna. Parola chiave? Accessibilità.

Il Ruolo del Consumatore tra Guerrilla Marketing e Viral Marketing

In tutto ciò, cosa fa il nostro caro consumatore? Cosa fai tu? Cosa faccio io? Come reagiamo di fronte a questa tipologia di comunicazione?

Ok sì, ho posto troppe domande. Magari iniziamo a dare qualche risposta.

Sappiamo che, da consumatori, siamo abituati a ricevere stimoli pubblicitari, se ne stimano diverse migliaia al giorno, perciò difficilmente saremo colti di sorpresa da un annuncio pubblicitario. Il Viral Marketing si colloca nello spazio tipico delle pubblicità ma senza esplicito intento pubblicitario.

La componente “intrattenimento” del contenuto prevale e spinge il consumatore a condividere. Slogan, motti o scene esilaranti senza eccessivo riferimento al Brand sono parte integrante di una corretta strategia di Viral Marketing. Non si infastidisce il consumatore che comunque riceve ugualmente uno stimolo, arrivando a simpatizzare per il marchio. 

Concretamente, affidarsi a influencer o comici del web è la soluzione più gettonata dalle aziende. Almeno questo pensavo nel 2019. Oggi la proiezione è più verso la riproduzione di meme in voga, che spesso degenera nel cringe. Ma lasciamo perdere…

Il Guerrilla Marketing segue un processo diametralmente opposto. Il Guerrilla Marketing, infatti, agisce in spazi tipicamente non pubblicitari, come ad una fermata del tram.

McDonald-strisce-zurigo-GuerrillaMarketing esempio

Cambia la risposta del Consumatore. In quel momento non è pronto a trovarsi di fronte una pubblicità e ne rimane profondamente colpito emotivamente.

Sta al valore della specifica azione rendere forte e positiva quest’emozione. Non è scontato!

Quindi la similitudine tra le due discipline è senza dubbio legata all’elemento pubblicitario che viene eclissato, rispetto alle normali promozioni. Nel Viral Marketing con la forza ilare del contenuto, nel Guerrilla Marketing con il luogo dove viene effettuato.

Per dirla alla giornalista maniera, cambiano rispettivamente il “cosa” e il “dove” (comunichiamo).

Ecco perchè spesso i contenuti virali non sono voluti e perchè si tratta di pubblicità basate principalmente sull’impatto visivo. La validità dell’azione dipende da quanto si è riusciti a fare leva sulle emozioni del target.

Gli Effetti di Guerrilla Marketing e Viral Marketing sul Brand

Sei arrivato fino a qui? O hai saltato cliccando su questo sottocapitolo dal sommario in alto? Indipendentemente dalla motivazione, chiudiamo l’articolo con l’aspetto più importante.

Il Marketing ha come obiettivo quello di influenzare la scelta del consumatore. Poi possiamo usare tutti i tipi di Marketing e dargli tutti i nomi che vogliamo. Se influenziamo il consumatore e questi acquista da noi bene, altrimenti male.

Se sei arrivato fino a qui sono convinto che la distinzione tra Guerrilla Marketing e Viral Marketing sia ormai chiara. Ma è realmente possibile adottare l’una e l’altra soluzione creando valore per il tuo business?

Ed eccola qui, la bilancia dai piatti che danno il titolo all’articolo: popolarità e credibilità.

Guerrilla Marketing e Viral Marketing giocano sulla popolarità. La popolarità intrattiene, la credibilità vende. Per cui attenzione a mantenere sempre intatto l’equilibrio.

Quando pensiamo a contenuti virali, infatti, l’emozione più frequente è la risata associata a scenari imbarazzanti. Un esempio di viralità è la famosa canzone intonata dalla direttrice di una filiale di Intesa San Paolo per un concorso interno.

Reazioni a quel video incredibili, viralità pazzesca. Vantaggi per l’azienda? Nessuno. Vantaggi per la protagonista? Solo lati negativi. Ecco il rischio principale della viralità.

Anche la Signora di Mondello segue lo stesso principio. 10k followers in 24h, ma nessuno comprerebbe mai da lei.

Sottile, manco troppo, differenza tra fenomeno da baraccone e influencer. Occhio se scegli di dare il tuo brand in mano alla figura sbagliata.

Più del Guerrilla Marketing, infatti, un’azione virale ben riuscita può avere anche risvolti negativi. Insomma, la Popolarità potrebbe incidere pesantemente sulla Credibilità.

Si tratta di trovare il giusto peso. Un esempio che prendo in considerazione è quello di Marco Montemagno, noto intrattenitore su temi come Marketing e Innovazioni Tecnologiche.

Partito con contenuti di altissima qualità, ha limato questo aspetto lanciando alcuni versi diventati iconici del suo brand, come il celebre “piru-piru” o il “pazzo furioso”. Scelta rischiosa, gli è costata un po’ di credibilità in cambio di una maggiore accessibilità e quindi popolarità.

La domanda da porsi è la seguente: quanto mi costa perdere in credibilità? Avere 1 milione di followers ma non realmente in target con ciò che vendi può risultare meno efficace che averne 10 mila spendenti.

Il Marketing Esperienziale come obiettivo di Guerrilla e Virale

Nella precedente versione dell’articolo, mi soffermavo molto sull’Instant Marketing, abbandonando di fatto i binari della chiusura del percorso.

Per Instant Marketing si intendono quei contenuti basati su un evento reale appena accaduto. Gli “Internet Meme” sono esempi di Instant Marketing che si diffondono viralmente, mentre la campagna Netflix di cui abbiamo parlato prima ricongiunge Instant e Guerrilla Marketing.

Puntare sull’attualità e sull’interesse maggiore che, inevitabilmente, genera è un’altra arma a doppio taglio. Il rischio di incappare in argomenti scomodi, reazioni negative è altissimo perciò, a differenza di quanto viene spesso consigliato, io valuterei attentamente se investire su questa strategia comunicativa.

Ma che si tratti di temi attuali, o meno, è il Marketing Esperienziale il vero fine del Guerrila Marketing e Viral Marketing.

Il Marketing Esperienzale si fonda sul far vivere un qualcosa al consumatore che lo legherà positivamente al tuo brand.

Dato che, più di altri, i nostri amici guerrilla e viral giocano sulle emozioni amplificandole, quando studiamo azioni del genere non possiamo uscircene con un “eh ma ha fatto ridere, è andata bene”. No!

Ci serve che un’azione virale consenta di collegare il consumatore alla nostra azienda, costruendogli un’immagine positiva, o quantomeno funzionale, di noi come brand. Questo è l’obiettivo per non perderci nei meandri di una discutibile comicità e un sano zero alla voce guadagni.

Concludo l’articolo con un riassunto sintetico. Valutando il proprio settore, la propria azienda e le piattaforme su cui si comunica bisogna comprendere quanto possa essere conveniente assumersi un forte rischio investendo su strategie a basso costo ma ad alto rischio sull’immagine.

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